30 luglio 2006

Aquarius. Un viral marketing che disseta.


Sicuramente vi andrà fuori dagli occhi (e dalle orecchie) lo spot dell'integratore Aquarius, quello che invita a votare lo spot giusto. Ci sono due spot, neanche tanto belli, che la gente deve votare per scegliere il migliore. La storia del primo è un po' complicata e quindi difficile da raccontare in un blog. La seconda, la meno peggio delle due, è la parodia mixata di due musical famosi: Hair, da cui riprende la canzone trainante "Aquarius" (per l'appunto), e Jesus Christ Superstar da cui prende in prestito l'idea di Erode che balla e canta sulle acque. Bisogna riconoscere all'agenzia BCommunications- Marino di aver introdotto sul mercato una nuova forma di comunicazione che potremmo chiamare "scegli da te", un viral marketing innovativo a cui la gente prende parte divertita e complice. Ieri sera, passeggiando con moglie e figlia per Corso Vittorio Emanuele ho fotografato il posterone di Aquarius che riporta in tempo reale l'andamento del voto di gradimento dei due spot ( a proposito, è in netto vantaggio lo spot B). Anche questa una bella idea. Se non altro, si tratta di una coraggiosa novità che, aldilà di come andranno le vendite, ha portato curiosità e interesse intorno al prodotto. Io, da addetto ai lavori e quindi in parte "non credente" del teatrino da persuasori occulti qual è quello pubblicitario, stavo per deporre nel carrello della spesa dell'Esselunga una bottiglia di Aquarius. Poi ho cambiato idea. Ma intanto ho dovuto riconoscere che lo spot aveva fatto il suo dovere.