15 giugno 2010
Granarolo: una reazione ad Alta Qualità.
Preambolo: io raramente vedo la televisione di questi tempi, ogni tanto Fazio, ogni tanto Zelig, quasi mai la Dandini etc... La televisione è dominio di mia moglie e di mia figlia, le quote rosa di casa. Di conseguenza mi sono (anche) perso l'ultima puntata di Annozero. Capirete dopo perchè vi ho parlato di questo.
Su Repubblica di venerdì c'era una pagina intera della Granarolo in cui l'azienda invitava i consumatori a far visita ai vari stabilimenti per vedere e toccare con mano il processo di produzione dei loro prodotti e in particolare della fili era del latte. Ne ho parlato alle quote rosa e la risposta è stata entusiasta: andiamo!
Località Pasturago di Vernate, non lontano da Milano, dove c'è il più grande stabilimento della Granarolo del nord Italia. Non sapevo che la Granarolo avesse acquistato anche la YOMO. Sapevo dell'acquisto della Centrale del latte di Milano, ma della YOMO no. Insomma, una superpotenza.
Ci infiliamo dei camici e delle cuffiette sterili e iniziamo il giro dello stabilimento accompagnati dal direttore e da un paio di dirigenti (qui sotto una compiaciuta posa di mia figlia Sofia).
Ci mostrano l'arrivo delle autocisterne degli allevatori (che sono anch'essi soci della Granarolo), i vari controlli sul prodotto, il lavaggio delle autocisterne pronte a ripartire verso nuove stalle di produzione del latte.
La visita continua con il magazzino centrale e con le celle frigorifere dove viene conservata la frutta surgelata, che servirà poi per fare gli yogurt alla frutta, la produzione degli stessi yogurt e il relativo invasettamento.
Io chiedo ad un dirigente come mai la YOMO non produce più una squisitezza degli anni 90: lo yogurt Alleluia, di cui andavo matto. Mi rispondono che l'Alleluia è stato sostituito da un prodotto simile e altrettanto buono a marchio Granarolo chiamato Goloso. Lo proverò.
Passiamo all'imbottigliamento del latte, prima quello a lunga conservazione e poi quello fresco di Alta Qualità, quello che solitamente consumiamo a casa. Al termine del giro ci regalano un sacchetto di stoffa pieno zeppo di prodotti Granarolo e YOMO (sotto).
Ma l'ultima tappa è quella con i responsabili dell'Ufficio Qualità che ci spiegano come sia importante l'assaggio finale dei prodotti.
Ed ecco che faccio la domanda che avevo in serbo da un'oretta (quant'è durata la visita allo stabilimento), chiedo: "Come mai avete deciso di aprirvi così al consumatore, invitandolo in casa vostra a curiosare su come nascono i vostri prodotti?". Ed ecco che una delle dottoresse del Servizio Qualità ci svela l'arcano. O almeno lo svela a noi, che non sapevamo nulla: "Lei immagino non abbia visto la puntata di mercoledì di Annozero in cui la Granarolo è stata diffamata pubblicamente da un servizio andato in cui si sosteneva che parte del latte che arriva in questo stabilimento è latte in polvere".
Adesso capisco ogni cosa: la trasparenza prima di tutto. Complimenti quindi alla tempestività con cui l'azienda bolognese ha organizzato questa specie di Porte Aperte alla Granarolo, alla quale, tra l'altro, hanno partecipato centinaia di persone.
Non ho visto la puntata di Annozero, proverò a cercarla sulla rete per completezza dell'informazione, e quindi non posso dire dove stia esattamente la verità. Posso però dire che la trasparenza e la facilità con cui la Granarolo ha accolto i suoi consumatori (tra cui sicuramente anche molti spettatori dell'ultima puntata di Annozero) mi ha colpito positivamente. Molte aziende si sarebbero chiuse a riccio pensando solamente a far partire querele e denunce.